Personaggi precari senza denaro
di Vanni Santoni
Dana
Sarebbe meglio parlare di scomparsa del contante, no? Bof, a me va bene, pago sempre con la carta anche il caffè, a me le tasse le fanno pagare alla fonte, quindi fanculo mo’ le pagate pure voi!…
Marco Smacchia, "Stendi", disegno digitale, 2020
di Vanni Santoni
Dana
Sarebbe meglio parlare di scomparsa del contante, no? Bof, a me va bene, pago sempre con la carta anche il caffè, a me le tasse le fanno pagare alla fonte, quindi fanculo mo’ le pagate pure voi!…
Marco Smacchia, "Acqua_rete", disegno digitale, 2018
di Matteo Meschiari
“Nel coro del cimitero degli elefanti i topi sono parentesi quadre”.
La fermammo con tre pietre sopra il cofano dell’automobile, due in alto negli angoli e una in basso al centro. In questo modo i lembi inferiori, come i cran di una giacca alzati dal vento, minacciavano di portare con sé una catastrofe…
Marco Smacchia, "Costiera", tempera acrilica e matita su carta, 2016
di Elisa Casseri
Vorrei che urlasse, mi farebbe così bene se avesse una crisi di rabbia e mi tirasse contro il piatto, il bicchiere o magari tutti e due. Sto facendo quanto in mio potere per farlo andare fuori di testa: sbuffo, non presto attenzione, faccio rumore. Ora sto mancando la presa dei fagiolini apposta, sbatto il metallo della forchetta contro la ceramica del piatto…
Marco Smacchia, "Stivali", tempera acrilica su carta 2004 - copertina di novantatrepercento.it
di Graziano Graziani
Cosa succederebbe se, di colpo, sparisse il denaro? Cosa accadrebbe alle relazioni umane senza quella rete di interessi, necessità, convenienze, corruzioni, ossessioni che sostiene le azioni di ognuno di noi più o meno consapevolmente? I cinque racconti raccolti in questo numero di 93% cercano di fare i conti, attraverso l’immaginazione e la finzione letteraria, con questo scenario allo stesso tempo inquietante e affascinante, che abbiamo scelto come divertissement narrativo (ma anche come esercizio di immaginazione) per salutare un anno complesso come il 2020…
Marco Smacchia - tempera acrilica e matita su carta, 2015
di Damiano Pellegrino
«Credo che il racconto catastrofico, chiunque ne sia il narratore, rappresenti un atto costruttivo e positivo dell’immaginazione, e non un atto negativo, che sia il tentativo di confrontarsi con un universo palesemente insensato sfidandolo al suo stesso gioco»…
Maicol & Mirco, 'Il Papà di Dio', BAO Publishing 2017
di Andrea Fazzini – Teatro Rebis
Gli Scarabocchi di Maicol & Mirco sono strip a fumetti che abitano un immutabile sfondo rosso (Pantone 666). Ciascuna vignetta si consuma rapida in una singola pagina siglata dalla parola fine. Nascono come spericolate autoproduzioni il cui successo si amplifica enormemente nel…
Copertina di www.novantatrepercento.it n19, 2020 - Mara Cerri, 'Frank Baum, Dorothy e Volpino'. Disegni per lo spettacolo di teatro ragazzi 'OZ' di Fanny & Alexander
di Graziano Graziani
Cosa c’entra il fumetto con il teatro? Cosa hanno a che spartire l’illustrazione con la danza? Apparentemente nulla. Fatti salvi alcuni incroci di percorsi artistici, più o meno occasionali, scena e illustrazione sembrerebbero procedere su percorsi distinti che si incontrano solo raramente. Poi è chiaro, il teatro e la danza sono arti antiche, spazi che accolgono tranquillamente il mutare del tempo, e in virtù di questo praticamente ogni altro linguaggio può essere assorbito dallo spazio scenico, risucchiato in un vortice espressivo che è poi la caratteristica più profonda dell’arte teatrale…
Copertina di www.novantatrepercento.it n18 2020 - in foto: Gina Pane, Pina Bausch, Trisha Brown, Meredith Monk
di Graziano Graziani
Torniamo a parlare di “wonder women” ma dalla prospettiva dell’arte. Lo scorso maggio «93% – materiali per una politica non verbale» ha dedicato un numero a quattro donne che, in epoche e contesti molto diversi tra loro, hanno ideato e portato avanti pratiche di liberazione personale e collettiva, cambiando il contesto attorno a loro. La filosofa anarchica statunitense Emma Goldman, la rivoluzionaria russa Olimpia Kutuzova, la critica e saggista italiana Carla Lonzi, l’attivista brasiliana Marielle Franco, raccontate da quattro studiose che si sono occupate nel dettaglio delle rispettive parabole umane e politiche…
Giacomo Verde in "Connessione Remota", 2001
di Anna Maria Monteverdi
Prima del 2000 accedevi a Internet con un modem attaccato al telefono, la rete aveva una velocità di 56 Kb e prima di caricare l’intera pagina passava parecchio tempo; il costo, poi, era quello di un’interurbana (la chiamata andava al provider di riferimento). Il tipico suono di un modem analogico ti avvisava del contatto…
Bit, il burattino virtuale animato da Giacomo Verde, creato con l'artista Stefano Roveda nel 1999 (progetto Euclide)
di Flavia Dalila D’Amico
5 Maggio 2019
«Carissima Dalila, Mi spiace averti fatto piangere ma si vede che era necessario 😉 Sono comunque contento che questo spettacolo ti dia forza. Capisco la tua paura della morte e delle malattie. Ma sono cose che fanno più paura se non se ne parla. Almeno per me è stato così…
un momento della performance "Il piccolo Diario dei malanni +D." con Giacomo Verde, SPAM! Porcari (LU), gennaio 2019. Foto di Claudio Di Paolo
di Graziano Graziani
È difficile sintetizzare la parabola artistica di Giacomo Verde, uno dei pionieri italiani del video teatro e della net art, che si è spento la notte tra l’1 e il 2 maggio a causa di una lunga malattia. Ma forse si può riuscire a capire lo spirito del suo lavoro mettendo assieme i mondi diversissimi che ha attraversato…
Giacomo Verde durante l'Happening "Svendite", ideato con l'Officina Dada Boom, corteo "Viareggio non si vende" (2016). Foto di Alessandro Giannetti / DADA Boom https://dadaboom.org
di Igor Vazzaz
Scorrendo la gran copia di tracce, documenti, reperti a testimoniare la carriera artistica di Giacomo Verde, c’è da rimanere sorpresi, e divertiti. Tutt’altro che vocato all’ostensione di (o del) sé, Giac non era avaro di aneddoti, se il contesto lo trovava a proprio agio. In tali circostanze, con fare sornione e contagioso umorismo, era uso spiazzare…