di Graziano Graziani
Fragilità. È questa la parola chiave che attraversa in queste settimane l’Italia e buona parte del mondo nel momento in cui tutti dobbiamo fare i conti con il lockdown, con lo stare chiusi in casa, misure necessarie per contrastare l’epidemia di Covid-19. Fragilità che, nel caso del settore delle arti e dello spettacolo dal vivo, si somma alla storica fragilità. Se è facile immaginare interventi ministeriali a sostegno delle strutture ufficiali, riconosciute e censite, che ne sarà dei tanti artisti che vivono di spettacoli che non possono più fare, di laboratori, di attività semiufficiale che è quasi impossibile censire? L’ansia per il futuro è serpeggiata fin da subito nel mondo della danza e del teatro, e non poteva essere che così…
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